
Come funziona il Tribulus Terrestris
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Il Tribulus terrestris è una delle piante officinali più conosciute ed utilizzate per i suoi effetti benefici sull’organismo. Conosciuta fin dall’antichità, cresce spontaneamente nel nostro continente, ma anche in Africa e Asia, specialmente nelle zone aride. E’ utilizzata da secoli nella cura dei disturbi dell’apparato riproduttore, ma è stata impiegata, nel corso del ‘900, anche per migliorare le prestazioni atletiche nelle gare sportive, come sostanza dopante. Gli effetti sull’organismo per questa pianta sono quindi molto conosciuti e verificati da tantissimo tempo.
Il Tribulus Terrestris oggi è usato in fitoterapia, la pratica che utilizza gli estratti naturali delle piante per il mantenimento del benessere dell’organismo. I diversi studi hanno dimostrato che non ci dà problemi di sovradosaggio, a differenza della maggior parte dei farmaci e, nonostante l’utilizzo sia comunque raccomandato solo previo consulto del medico, è una delle terapie più utilizzate per contrastare i problemi di fertilità maschile.
Meccanismo d’azione di Tribulus terrestris
L’azione benefica del Tribulus sull’organismo è dovuta ad una sostanza precisa e identificata, una saponina steroidea che si chiama protodioscina e che è in grado, all’interno dell’organismo, di incrementare la produzione endogena di testosterone e ormone luteinizzante (LH) oltre che di altri ormoni come il DHEA e il diidrotestosterone (che stimolano, a loro volta, la produzione di testosterone).
Il testosterone è l’ormone responsabile dell’incremento della produzione di spermatozoi nel testicolo e apporta anche altri benefici, come la stimolazione della libido maschile, la modifica del metabolismo nell’organismo (in particolare nei muscoli), il miglioramento della circolazione sanguigna e favorisce l’erezione maschile. L’effetto del Tribulus sui muscoli è stato, in passato, il motivo che ne ha diffuso l’utilizzo tra gli sportivi, come sostanza dopante. E’ stato bandito non perchè comportasse l’insorgenza di problemi sanitari, ma perché nello sport è illegale utilizzare qualsiasi rimedio per migliorare le proprie prestazioni fisiche.
Gli effetti sull’uomo sono quindi gli stessi che gli ormoni hanno, per loro natura, all’interno dell’organismo: questo significa che l’effetto della protodioscina è tanto più forte quanto più viene a mancare il testosterone, perché ne aumenta la quantità circolante. Bisogna ricordare che la pianta non fornisce testosterone (non fornisce direttamente l’ormone) ma stimola le cellule di Leydig, le cellule testicolari deputate a produrre l’ormone, a produrre più testosterone, ottenendo così gli effetti sopra descritti.
Per quali patologie è utile l’integrazione di Tribulus terrestris?
L’integrazione della sostanza per aumentare la produzione di testosterone risulta utile in tutti quei casi in cui ci siano disturbi legati alla sfera riproduttiva, in particolare negli uomini che hanno più di 35 anni e in cui, fisiologicamente, la produzione fisiologica di testosterone tende a diminuire. Mentre dagli studi effettuati sui ragazzi che hanno un’età inferiore, non risultano particolari benefici sulle quantità di testosterone circolante, perché quando la produzione è già al massimo non può essere stimolata ulteriormente.
L’assunzione della molecola porta quindi a:
- miglioramento della fertilità tramite lo stimolo della produzione di spermatozoi. Se i problemi di fertilità sono dovuti, quindi, alla mancanza di spermatozoi (che viene confermata con un semplice esame andrologico) o alla scarsa loro motilità, l’integrazione può essere d’aiuto;
- aumento delle secrezioni prostatiche: il liquido seminale, prodotto sia dalla prostata che da altre ghiandole annesse, è importante per il nutrimento degli spermatozoi, quindi per la loro sopravvivenza. L’aumento della secrezione migliora il tempo di vita della cellula seminale, quindi aumenta le probabilità di fecondazione nell’organismo femminile;
- miglioramento della libido: se i problemi sono di natura comportamentale, di solito dovuti all’età avanzata del soggetto, l’integrazione di Tribulus permette di migliorare il desiderio;
- miglioramento della circolazione sanguigna: la stimolazione della produzione di testosterone permette di migliorare la circolazione sanguigna a tutti i livelli, ma l’effetto principale è il trattamento della disfunzione erettile: il pene è strutturato come una serie di lacune vascolari che si riempiono di sangue ma dalle quali il sangue non può uscire (fin quando non si interrompe il meccanismo dell’erezione). Migliorando la circolazione, si supporta il meccanismo dell’erezione, ottenendo un concreto benefici rispetto a questa patologia;
- diminuzione della perdita dei peli: non è l’effetto principale dell’integratore ma produce dei benefici. Il testosterone stimola l’attività dei follicoli piliferi, favorendo la ricrescita di peli e capelli durante la caduta e prevenendo in questo modo la calvizie.
Altri effetti minori dell’assunzione del Tribulus sono l’aumento del numero di globuli rossi, lo sviluppo della muscolatura, il miglioramento del battito cardiaco e una modifica del metabolismo che può portare a dimagrimento per consumo delle riserve adipose, effetti che possono essere importanti in particolare quando si fa sport.
Il Tribulus non è utile invece in tutti quei casi in cui il testosterone non c’entra con la fertilità, ad esempio i problemi prostatici e le neoplasie testicolari, così come le disfunzioni nella produzione di spermatozoi (che non vengono prodotti nemmeno se stimolati dal testosterone).
In questi ultimi casi c’è bisogno di un consulto andrologico per trovare soluzioni alternative ai problemi di fertilità, mentre in tutti quei casi in cui il testosterone è mancante (e lo si può sapere sottoponendosi a delle comuni analisi del sangue che valutino i livelli ematici di testosterone), si può procedere con l’integrazione che, come già riportato, non ha alcun effetto collaterale dimostrato (anche se è strettamente consigliato di evitare il sovradosaggio).
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FONTI
R.Della Loggia – (cur.): Piante officinali per infusi e tisane. Manuale per farmacisti e medici, OEMF spa, Milano, 1993, ISBN 88-7076-132-0